
Introduzione
La dismorfobia, o Disturbo da Dismorfismo Corporeo (BDD - Body Dysmorphic Disorder), è una condizione psicologica caratterizzata da una preoccupazione eccessiva per un difetto percepito nell’aspetto fisico, che è spesso lieve o addirittura inesistente. Questa condizione può portare a comportamenti compensatori come la ricerca ossessiva di conferma esterna e la ripetuta consultazione di specialisti in estetica, contribuendo a una significativa sofferenza psicologica e a un’alterazione della qualità della vita (Phillips et al., 2004).
Conseguenze Psicologiche
Le persone affette da dismorfobia possono manifestare una serie di sintomi psicologici, che includono depressione, ansia, bassa autostima e isolamento sociale (Veale, 2004). Questi sintomi possono spesso portare a un deterioramento delle relazioni interpersonali e a difficoltà nel mantenere un’occupazione stabile. Alcuni studi hanno evidenziato che il tasso di suicidio nelle persone con BDD è significativamente più alto rispetto alla popolazione generale (Kernberg, 2002).
Anche nei giovani la presenza di dismorfofobia predice abbandono scolastico, peggiori risultati accademici e isolamento sociale. Inoltre, i sentimenti di colpa e di vergogna associati al disturbo da dismorfismo corporeo contribuisco a spiegare l’alto tasso di ideazioni suicidarie e tentativi di suicidio in questi pazienti (Angelakis I et al., 2016).
Uno studio condotto da Sfigmoni e collaboratori (2010) ha mostrato che le persone con BDD riportano una qualità della vita paragonabile a quella di pazienti affetti da malattie croniche come il cancro. Questa condizione può diventare cronica e richiede un intervenuto sui piani di salute mentale e sociale.
Tra i sintomi comportamentali tipici di questo disturbo possiamo trovare:
- guardarsi continuamente allo specchio oppure evitare completamente gli specchi
- usare strategie per camuffare i presunti difetti fisici come l’uso eccessivo di cosmetici o coprendoli con vestiti o accessori (es. occhiali da sole)
- evitare situazioni sociali e isolarsi in casa
- chiedere continue rassicurazioni rispetto ai propri difetti fisici
Tipicamente nei pazienti con dismorfofobia troviamo:
- presenza di pensieri suicidari,
- a volte ideazioni deliranti,
- comorbilità con altri disturbi psichiatrici (come il disturbo depressivo maggiore, il disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi d'ansia, disturbo da abuso di sostanze e disturbi alimentari) e,
- una storia di passati interventi estetici volti a ridurre i percepiti difetti fisici (Philips K.A., 2017).
Interventi Psicoeducativi e di Sostegno
Spesso queste persone hanno una coscienza della malattia molto scarsa: mancano totalmente della consapevolezza che il problema è di tipo psicologico e non estetico, ritengono che la loro preoccupazione sia basata sulla presenza di un grave e reale difetto fisico e non dipenda da un loro modo alterato di percepirsi. Per questo motivo non possono trarre alcun beneficio dalle rassicurazioni o dalle esperienze di gratificazione personale, né da tutti i tentativi per migliorare il proprio aspetto. Gli interventi psicoeducativi sono fondamentali per aiutare le persone affette da dismorfobia a comprendere la loro condizione e a sviluppare strategie di coping efficaci.
Gruppi di Sostegno
L’inclusione in gruppi di sostegno offre un ambiente sicuro dove i pazienti possono condividere le proprie esperienze e sentimenti. Questi gruppi possono facilitare l’espressione emotiva e ridurre l’isolamento, contribuendo a un migliore benessere psicologico complessivo (Musselman et al., 2004).
Conclusioni
La dismorfobia è un disturbo serio con conseguenze psicologiche significative che richiede un’attenzione specifica e interventi mirati. La psicologia è in continua evoluzione e le strategie psicoeducative possono offrire un sollievo considerevole e migliorare la qualità della vita delle persone affette. La sensibilizzazione e l'educazione della società riguardo a questa condizione sono cruciali non solo per la diagnosi precoce ma anche per la riduzione dello stigma associato.
Riferimenti
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Phillips, K. A., et al. (2004). "Body Dysmorphic Disorder: Understanding and Treating the Disorder." Psychiatric Clinics of North America.
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Veale, D. (2004). "The Changing Face of Body Dysmorphic Disorder." The British Journal of Psychiatry.
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Kernberg, O. F. (2002). "The Disorders of Personality: Introduction and Guide to the Literature." New York: Yale University Press.
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Sfigmoni, M., et al. (2010). "Quality of Life in Body Dysmorphic Disorder: A Study of 100 Patients." Journal of Psychosomatic Research.
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Fleming, J., et al. (2011). "Effectiveness of Cognitive-Behavioural Therapy for Body Dysmorphic Disorder: A Systematic Review." Clinical Psychology Review.
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Wilhelm, S., et al. (2014). "Cognitive Behavioral Therapy for Body Dysmorphic Disorder: A Randomized Controlled Trial." JAMA Psychiatry.
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Musselman, D. L., et al. (2004). "Support Groups for Patients with Body Dysmorphic Disorder: The Role of Self-Disclosure." Journal of Clinical Psychology.
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27607741/
- https://academic.oup.com/book/24591?login=false
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